La SIN porta l’attenzione sulla gestione in Italia dei prematuri, l’importanza dell’apertura delle TIN e del follow up: Comuni e Ospedali si tingono di viola per la giornata dedicata
L’Italia rientra nei Paesi con il tasso di mortalità di neonati molto prematuri più basso nel mondo, neonati che alla nascita pesano meno di 1.500 grammi. Sono 15 milioni i neonati prematuri (prima della 37esima settimana di gestazione) che ogni anno nascono nel mondo, oltre 30.000 in Italia, pari al 6,9% delle nascite, riporta la Società Italiana di Neonatologia (SIN), che ricorda anche come questo tasso sia salito all’11,2% nei parti da donne con infezione da SARS-CoV-2 (Registro Covid SIN).
Su invito della SIN e Vivere Onlus Coordinamento Nazionale delle Associazioni per la Neonatologia, nella Giornata Mondiale della Prematurità (17 novembre), per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni su tale condizione, il colore viola sarà protagonista in piazze, monumenti, ospedali in tutto il Paese. L’illuminazione viola, colore simbolo della prematurità che l’anno scorso ha colorato 229 monumenti ed edifici di Comuni e ospedali, vuole accendere i riflettori su questa condizione, una sfida per la neonatologia e per la società, su cui fare informazione e prevenzione. Il tema di quest’anno è Zero separation, “Agiamo adesso. Non separare i neonati prematuri dai loro genitori”, promossa dalla European Foundation for the Care of Newborn Infants (EFCNI), per continuare a difendere il ruolo prioritario di mamma e papà, ancor di più nel periodo segnato dalla pandemia da COVID-19.
“Le cause della mortalità di questi neonati prematuri non può ricercarsi solo nella rete dei punti nascita. Sono tanti e diversi i fattori che influiscono sull’esito di una nascita pretermine come l’incidenza della povertà, l’accessibilità alle cure e alla prevenzione, la mancanza di servizi e infrastrutture nelle zone disagiate, percorsi di accompagnamento alla gravidanza poco diffusi, eccetera”, dichiara Luigi Orfeo, presidente della SIN. “Noi neonatologi facciamo del nostro meglio per migliorare la rete dei punti nascita italiani e ci stiamo impegnando per garantire l’accesso dei genitori senza limitazioni di orari, nelle Terapie Intensive Neonatali (TIN), dove i bambini nati pretermine vengono trasferiti e dove possono restare anche per mesi; per continuare a promuovere l’importanza dell’allattamento al seno e della donazione del latte materno, attraverso le Banche del Latte Umano Donato (BLUD) e per il riconoscimento dei Servizi di Follow-up neonatale”.
TIN aperte, donazione del latte e follow up
La SIN riporta dati e attività collegate al perseguimento dei tre punti segnalati da Luigi Orfeo. Rispetto all’accesso alle TIN, i dati di un’indagine conoscitiva realizzata tra l’autunno del 2020 e il primo trimestre del 2021 riportano come, dopo un primo periodo di incertezze per mancanza di conoscenze sul nuovo virus, i centri, che prima della pandemia erano più “aperti” ai genitori, hanno continuato a esserlo, unendo la sicurezza alla garanzia del contatto dei genitori con il neonato. “Dal contatto pelle-a-pelle, al rooming-in, all’apertura delle TIN 24/24 h, i neonati prematuri hanno bisogno di stare con mamma e papà, per gli innumerevoli benefici che comporta questa vicinanza, di gran lunga superiori ai problemi che possono scaturire dal Coronavirus” sottolinea Luigi Orfeo. “I genitori non sono semplici visitatori, ma sono parte integrante delle cure e dobbiamo quindi fare tutto il possibile per promuovere il contatto con i loro piccoli, nonostante le limitazioni dovute alla pandemia”.
Rispetto alle BLUD, la SIN fa un appello per la donazione del latte materno per i neonati pretermine, che a causa del COVID ha subìto una riduzione importante, anche se l’Italia resta comunque uno dei Paesi più attivi in Europa in questo ambito. “Ci rivolgiamo alle mamme, che più di ogni altra persona possono capire il valore e la generosità di questo gesto: non abbiate timore di donare il vostro latte! Una piccola quantità di latte donato può essere un grande e preziosissimo aiuto per un neonato prematuro”, dice ancora il presidente della SIN.
Infine, la SIN ricorda i programmi di follow up, una volta che il piccolo è stato dimesso, per una identificazione precoce di anomalie di sviluppo, per l’attuazione di interventi precoci individualizzati e per migliorare la qualità di vita di bambini e famiglie, con la necessità di servizi multidisciplinari, integrati con il territorio e con i pediatri di famiglia. Un follow up che dall’indagine conoscitiva della SIN appare positivo e consolidato, pur con la presenza ancora di aree di criticità.
Assistenza, organizzazione delle cure, formazione
I dati sulla sopravvivenza dei neonati prematuri sono, dunque, in continuo miglioramento, ma permangono disomogeneità nell’assistenza, e l’organizzazione delle cure, la formazione dei professionisti sanitari e le strutture variano, sia in Europa, sia tra regioni e tra ospedali di una stessa regione. In questo ambito si inseriscono gli European Standards of Care for Newborn Health, progetto realizzato dalla European Foundation for the Care of Newborn Infants (EFCNI) ed alla cui stesura ha collaborato anche la SIN.