Assumere vitamine prenatali durante il primo mese di gravidanza riduce il rischio di sviluppare i disturbi dello spettro autistico (ASD) nei bambini con predisposizione genetica. È quanto emerso in occasione del Congresso della Società Italiana di Medicina di Emergenza ed Urgenza Pediatrica (SIMEUP) – Sezione Umbria, svoltosi a Perugia.
L’autismo è un disturbo a carattere prevalentemente ereditario nel quale la componente genetica ha una responsabilità nell’83% dei casi. Nel caso di familiarità, occorre evidenziare come i fratelli più piccoli di bambini con ASD abbiano fino a 13 volte più probabilità, rispetto alla popolazione generale, di sviluppare i disturbi tipici di questa impattante patologia.
Le madri di bambini con disturbi dello spettro autistico (ASD) possono essere in grado di ridurre il rischio di autismo in ulteriori figli assumendo vitamine prenatali durante il loro primo mese di gravidanza.
A dimostrarlo è il recente studio internazionale condotto su 241 bambini, i cui fratelli maggiori avevano ricevuto una diagnosi di autismo. L’indagine ha valutato la crescita dei bambini a partire da 6 mesi fino a 3 anni. Dalla ricerca è emerso che circa il 33% dei bambini le cui madri non avevano assunto vitamine prenatali nel primo mese di gravidanza ha sviluppato i disturbi dello spettro autistico. Mentre solo il 14% dei bambini le cui mamme avevano assunto vitamine ha manifestato i sintomi questa grave patologia1.
L’uso materno di vitamine prenatali può ridurre, quindi, la recidiva di ASD nei fratelli di bambini con ASD in famiglie ad alto rischio.
In Italia 1 bambino su 100 è colpito da disturbi dello spettro autistico. A essere più colpiti i soggetti di sesso maschile, 3-4 volte in più dei soggetti femminili. I sintomi si manifestano di solito prima dei tre anni e riguardano inizialmente difficoltà di linguaggio, di comunicazione e un’apparente difficoltà di contatto emotivo, sia con i genitori sia con i coetanei.