Un progetto dell’Istituto Giannina Gaslini si propone di identificare nuovi trattamenti per i casi di fibrosi cistica 

Un progetto di ricerca per identificare nuovi trattamenti che istruiscano la cellula a riconoscere i segnali di stop prematuro causati dalle mutazioni nonsenso, dandole la possibilità di inserire un aminoacido così da far proseguire la sintesi della proteina CFTR. Il progetto, dell’Istituto Giannina Gaslini, si chiama ‘PTSuppress – Novel lead compounds as potential suppressor drugs for CFTR PTC mutations’ e l’Istituto ha avuto un finanziamento dal Cystic Fibrosis Trust (Gran Bretagna) nell’ambito del bando internazionale per gli Strategic Research Centres. Tra i centri di ricerca coinvolti nel progetto, oltre alla UOC di Genetica Medica dell’Istituto Giannina Gaslini di Genova, ci sono le Università di Newcastle, Lisbona e Utrecht.

Vi sono diverse mutazioni responsabili della perdita di funzione della proteina CFTR, causa della fibrosi cistica, e l’Istituto riporta che negli ultimi 12 anni sono stati approvati farmaci (modulatori di CFTR), che sono in grado di riparare la struttura della proteina consentendo di ripristinarne la funzione. Si tratta di farmaci sviluppati per correggere il difetto causato da alcune specifiche mutazioni, fra cui quella presente nella maggior parte di persone con questa patologia, la F508del.

Tuttavia, racconta Nicoletta Pedemonte, UOC di Genetica Medica dell’Istituto Gaslini, che coordinerà la ricerca con Valeria Capurro e Valeria Tomati: “I farmaci modulatori attualmente disponibili consentono di trattare solo 7 persone su 10 affette da fibrosi cistica. La maggior parte dei pazienti ancora senza cura presenta mutazioni nonsenso. Questo progetto è un riconoscimento del ruolo strategico del nostro Istituto nello studio dei meccanismi molecolari della malattia e nello sviluppo di nuove terapie personalizzate”.

“La maggior parte delle persone malate ancora senza una cura ha delle mutazioni chiamate nonsenso. Queste sono mutazioni particolari. Alla fine di ogni gene, infatti, esiste una piccola sequenza che segnala alla cellula che è arrivata al termine delle informazioni che servono a produrre la proteina”, spiega ancora Nicoletta Pedemonte. “Questo equivale a un vero e proprio segnale di stop. Le mutazioni nonsenso alterano la sequenza del gene trasformando le istruzioni corrispondenti ad un aminoacido nelle istruzioni che segnalano uno stop (in questo caso, chiamato prematuro): invece di inserire l’aminoacido corretto, la cellula interrompe la produzione della proteina, che così rimane tronca, incompleta”.

Aggiunge Federico Zara, direttore della UOC di Genetica Medica: “Questo studio si inserisce nel più ampio programma di ricerca della UOC di Genetica Medica, che promuove lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche per le malattie genetiche rare”.

Il progetto dell’Istituto Gaslini fa parte dei percorsi finanziati dal Cystic Fibrosis Trust, che ha stanziato fondi per la ricerca sulle priorità delle persone affette da fibrosi cistica, dalle alternative alle terapie attuali al sostegno a favore delle persone affette da FC in seguito all’invecchiamento della popolazione.