La SIP illustra il quadro dello stato di salute e del benessere psicologico di bambini e adolescenti italiani, riportando tre proposte concrete per il futuro
Indicatori di eccellenza accanto a difficoltà che possono compromettere il benessere presente e futuro di bambini e adolescenti. A illustrare il quadro, definito chiaroscuro, è la Società Italiana di Pediatria (SIP), che si sofferma sullo stato di salute delle giovani generazioni.
Le luci in ambito pediatrico illuminano l’Italia in merito ad alcuni indicatori; in particolare la SIP sottolinea il basso tasso di mortalità infantile, tra i migliori al mondo e superiore per esempio a Francia e Germania, e la qualità delle cure pediatriche riconosciuta a livello internazionale.
Ma passando alle ombre, la SIP indica come ci siano fragilità e diseguaglianze su cui lavorare per garantire che ogni bambino abbia le stesse opportunità di crescere sano. Viene per esempio segnalato l’aumento del disagio psicologico. “Vediamo una crescita dei disturbi d’ansia e depressione, soprattutto a partire dalla pandemia. Le recenti cronache ci ricordano quanto questo disagio sia ormai diffuso: dagli episodi di isolamento volontario (hikikomori), che riguardano oltre 60.000 adolescenti italiani, ai tragici fatti di violenza giovanile legati a dinamiche di esclusione sociale e mancanza di supporto familiare. Non meno allarmante è l’aumento dell’uso di alcol tra i minorenni, facilitato dalla reperibilità di bevande a basso costo”, dice la Presidente della SIP Annamaria Staiano.
Altro ambito da attenzionare sono le condizioni di povertà con il loro impatto sulla salute sia fisica sia psicosociale. La SIP riporta come superino il milione e 295mila i minori in condizioni di povertà assoluta in Italia, il 15,5% dei minori al Sud e il 35% dei nuclei familiari stranieri. Sottolinea in merito Mario De Curtis, Presidente del Comitato per la Bioetica della SIP: “La povertà aumenta la vulnerabilità dei bambini a malattie, problemi di sviluppo e disturbi psicologici, con effetti che spesso persistono nell’età adulta”.
Vi sono poi le diseguaglianze territoriali, sociali e sanitarie, che portano alla migrazione sanitaria: bambini residenti nel Sud Italia si trasferiscono molto spesso nei centri ospedalieri del Centro-Nord, per un’aspettativa da parte delle famiglie di avere cure di migliore qualità o per l’impossibilità di accedere alle prestazioni necessarie o per la presenza di lunghe liste di attesa nella regione di residenza. “Questi trasferimenti, che comportano un costo significativo a carico dei bilanci delle regioni di residenza, sono iniqui poiché non tutte le famiglie possono permettersi di sostenere le spese. Inoltre, violano il diritto costituzionale all’uguaglianza dei cittadini, compromettendo l’equità nell’accesso alla tutela della salute”, scrive la SIP.
Infine, sulla qualità dell’assistenza pediatrica si riflette la crisi di sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).: “La carenza di fondi e di personale, unita a un sistema organizzativo non sempre adeguato alle esigenze attuali, impedisce al SSN di garantire un accesso equo e tempestivo a tutti”, afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE, che prosegue indicando che, in un simile contesto, “le disuguaglianze sanitarie rischiano di aggravarsi ulteriormente con la legge sull’autonomia differenziata, penalizzando soprattutto il Mezzogiorno, le aree interne e le famiglie in difficoltà economica”.
Le proposte della SIP
Ecco quindi che la SIP porta avanti tre proposte per il futuro su cui impegnarsi: l’estensione dell’assistenza pediatrica fino ai 18 anni, sia negli ospedali sia sul territorio; il rafforzamento delle reti pediatriche prevedendo nelle case di comunità la presenza di pediatri specialisti nelle varie branche; la promozione dell’educazione sanitaria nelle scuole per sensibilizzare le nuove generazioni e favorire una cultura della salute sin dalla giovane età.
“In inglese esiste un termine, flourishing, che significa ‘fiorire’: è uno stato di benessere che va oltre la semplice felicità, abbracciando la capacità di prosperare anche in condizioni difficili. Questo stato è correlato al benessere della famiglia, all’instaurarsi di relazioni familiari sane e quindi, alla crescita del bambino in un ambiente sano”, continua Annamaria Staiano, e conclude: “Affinché i bambini italiani possano davvero ‘fiorire’, è fondamentale proteggerli da disuguaglianze e offrire alle loro famiglie il supporto necessario per una crescita serena e in salute. Solo costruendo una società che metta ‘il bambino al centro’ potremo garantire a ogni giovane la possibilità di crescere in un ambiente che rispetti i loro diritti fondamentali”.