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La carenza di vitamina D durante la gravidanza è associata a un aumentato rischio di problemi di salute nella prole
Svensson NS et al., Endocr Rev. 2025; doi: 10.1210/endrev/bnaf001.
Le recenti linee guida dell’Endocrine Society supportano l’integrazione idi vitamina D in gravidanza, sottolineando anche che senza un consenso sui livelli ottimali di vitamina D materna, il dosaggio di routine dei livelli di questa vitamina è attualmente irrilevante.
Questa revisione sistematica (2.383 articoli esaminati; 39 inclusi) analizza gli effetti di nuova generazione proposti per l’integrazione con vitamina D (≥ 400 UI/giorno) durante la gravidanza, concentrandosi sui risultati di salute da dieci giorni dopo il parto in poi. In undici studi, l’integrazione di vitamina D ha ridotto le infezioni delle vie respiratorie nei primi anni di vita.
Benefici per la crescita o lo sviluppo osseo sono stati osservati in sei studi. Sono stati notati effetti positivi anche sullo sviluppo neurologico e su una riduzione del rischio autoimmune (anticorpi correlati al diabete). Sebbene pochissimi studi abbiano misurato le concentrazioni di vitamina D, anche un’integrazione con 1.600 UI/giorno nelle madri è stata associata con un’elevata frequenza di livelli inadeguati di vitamina D nei neonati.
Le attuali raccomandazioni potrebbero, quindi, non garantire livelli sufficienti di vitamina D alla nascita, aumentando il rischio di infezioni precoci. Ulteriori studi potranno permettere di fornire consigli nutrizionali più personalizzati durante la gravidanza e potrebbero migliorare lo stato di salute nei primi anni di vita.