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In corso un progetto che con la whole exome sequencing analizzerà il genoma di 1.500 persone seguite presso il Policlinico Gemelli
Setacciare l’intero genoma, alla ricerca delle cause delle malattie genetiche e rare. È iniziato con il 2025 un progetto, GEN&RARE, sostenuto dalla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS che, attraverso la whole exome sequencing, si pone l’obiettivo di identificare nuovi geni di malattia per poter offrire una cura alle persone con patologie genetiche e rare che ancora non l’hanno.
L’indagine coinvolgerà 1.500 persone con malattie rare fra quelle che sono seguite presso il Policlinico Gemelli, effettuando una profilazione genomica con appunto l’obiettivo di potenziare la diagnostica molecolare nel contesto delle malattie rare.
“Al Gemelli ci sono 19 unità operative registrate come centri di riferimento regionali per malattie rare, 16 delle quali accreditate come centri European Reference Network (ERN). Con la creazione della facility di Genomica (UOSD Diagnostica Molecolare e Genomica, diretta dal dottor Angelo Minucci) sono stati ampliati e potenziati i servizi di diagnostica molecolare già attivi nella stessa UOSD e nella UOC di Genetica Medica, diretta dal professor Maurizio Genuardi. Abbiamo insomma aggiunto al percorso diagnostico-terapeutico delle malattie rare, la possibilità di fare una diagnostica molecolare completa e ‘in-house’, un tassello che ancora mancava”, racconta Giuseppe Zampino, docente di Pediatria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, direttore della UOC di Pediatria e coordinatore dei centri per le malattie rare del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, Coordinatore delle Unità di Malattie Rare della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e componente del Tavolo Tecnico Regionale e Ministeriale per le malattie rare.
“L’obiettivo principale del progetto è di dimostrare che attraverso la whole exome sequencing (che rappresenta a oggi il test più completo e complesso perché consiste nel sequenziamento di tutto l’esoma), si possa ampliare la caratterizzazione genetica di queste malattie, riducendo i tempi della diagnosi. In questo progetto infatti non ci limiteremo a fare l’analisi di un pannello ristretto di geni, ma analizzeremo tutto l’esoma. Tra gli obiettivi secondari di questo progetto c’è l’identificazione di nuovi geni di malattia, di potenziali geni modificatori o modulatori del fenotipo, di potenziali double trouble (un paziente con una malattia rara potrebbe anche essere portatore di un gene responsabile di un’altra malattia, predisponente a una neoplasia, ad esempio)”, spiega Chiara Leoni, UOC Pediatria e co-coordinatrice del progetto GEN&RARE insieme con Camilla Nero della UOC di Ginecologia e Ostetricia, e aggiunge: “La whole exome sequencing insomma, oltre a identificare il gene della malattia rara, potrebbe portare anche alla diagnosi precoce di una condizione predisponente a una neoplasia; questo ci consentirebbe di mettere in atto un idoneo protocollo di prevenzione e personalizzazione del percorso assistenziale. Il progetto potrebbe anche portare a una traslazionalità terapeutica; ad esempio, un farmaco utilizzato in un certo contesto (come in oncologia), potrebbe essere riposizionato in quello delle malattie rare. La whole exome sequencing equivale in ambito diagnostico a leggere tutto il libro, anziché un singolo capitolo del nostro genoma”.
Conclude Giuseppe Zampino: “GEN&RARE non riguarda solo la ricerca nelle malattie rare. Questo progetto contribuisce a ‘generare’ un sentimento di condivisione, di compassione e di aiuto nei confronti delle persone più fragili, mentre siamo impegnati a ricercare nuovi strumenti di diagnosi e di cura”.