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Un documento, In Punta di Piedi, promuove un sistema integrato di supporto alla genitorialità nel periodo che va dalla gravidanza ai primi due anni di vita
Promuovere un sistema integrato di supporto alla genitorialità nei primi 1000 giorni di vita. Questa l’esigenza che ha portato alla realizzazione del documento In Punta di Piedi da parte del Centro per la Salute delle Bambine e dei Bambini (CSB) con la collaborazione di partner tra cui l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e diverse organizzazioni del settore sanitario, educativo e sociale.
Il periodo che copre i primi 1000 giorni di vita, dalla gravidanza ai due anni, è fondamentale per lo sviluppo fisico, emotivo e cognitivo di bambine e bambini e per avere un ambiente familiare che sia sicuro e stimolante. Ecco quindi che il documento sostiene un sistema integrato che sia di supporto ai genitori in tale periodo della vita. Uno dei suoi obiettivi principali è promuovere un approccio universalistico progressivo (che era già presente nel Nurturing Care Framework), che sia basato sulla prossimità e sulla collaborazione multiprofessionale tra servizi sanitari, sociali ed educativi, che porti a un’equità nell’accesso alle opportunità di salute per tutte le famiglie: da superare quindi la frammentazione dei servizi, con la formazione di una rete coordinata di sostegno a tutti i genitori, mantenendo un’attenzione particolare attenzione alle famiglie più vulnerabili, che hanno spessi difficoltà di accesso ai servizi.
Si tratta dunque di un accompagnamento a partire dai bisogni delle famiglie, con incontri individuali e visite domiciliari. In particolare queste ultime possono avere un impatto significativo sulla salute materno-infantile, con benefici quali il miglioramento delle competenze genitoriali, l’aumento del tasso di allattamento, la riduzione del rischio di depressione post partum e la promozione dello sviluppo cognitivo ed emotivo del bambino. Ma, viene sottolineato sul sito Epicentro nel presentare il documento, perché sia efficace questo tipo di intervento sono richiesti: “personale qualificato e formato su aspetti chiave della salute materno-infantile, del Nurturing Care Framework e del sostegno alla genitorialità; un approccio personalizzato e non stigmatizzante, che rispetti le diverse realtà familiari; un’integrazione tra servizi sanitari, sociali ed educativi per creare un sistema di supporto coeso e accessibile a tutte le famiglie”.