La SIN ricorda come le conseguenze respiratorie e cardiovascolari di una nascita pretermine possano avere un impatto anche in età scolare e adulta

Prevenire e trattare gli esiti respiratori fin dai primi giorni, ricordare la storia di nascita pretermine negli ex prematuri a fronte di problemi respiratori negli anni successivi, come pure considerare i rischi di problematiche cardiovascolari in età giovane adulta o di sindrome metabolica. La Società Italiana di Neonatologia (SIN) richiama l’attenzione sull’importanza di ricordare la possibilità di conseguenze importanti e prolungate della prematurità, poco conosciute dai medici che seguono persone con una storia di nascita prematura: la mancanza di indagini sulla storia della nascita può portare a una gestione inadeguata delle problematiche, gestione di per sé in ogni caso difficoltosa per l’assenza di studi clinici ben strutturati da cui derivino evidenze e linee guida.

La SIN indica come negli ultimi decenni la ricerca si sia concentrata sulla prevenzione e sul trattamento in epoca neonatale degli esiti respiratori, senza arrivare a una soluzione sicura ed efficace. Nell’ambito di possibilità di prevenzione per ‘riprogrammare’ positivamente lo sviluppo del polmone immaturo, riporta che ci sono studi clinici in fase di arruolamento su vescicole extracellulari, effettori delle cellule staminali, e Insulin-like growth factor-1 (IGF-1).

Le problematiche respiratorie in età pediatrica comprendono un maggior rischio di infezioni respiratorie gravi e wheezing, e per i soggetti nati molto prematuri il rischio di una funzionalità respiratoria ridotta per tutta la vita, in età adulta e oltre i 50 anni.
Fra gli aspetti segnalati, la SIN ricorda come dal punto di vista medico, rispetto alla riduzione della funzione respiratoria, ci sia un problema di gestione: troppo spesso i nati prematuri vengono gestiti una volta adulti come i soggetti asmatici, sulla base di evidenze spirometriche di una riduzione del flusso espiratorio, ma la “diagnosi di asma in soggetti nati molto pretermine va posta con cautela, essendo spesso la condizione ostruttiva conseguente alla prematurità e ad una sottostante infiammazione bronchiale dissimile da quella dell’asma”.

Sul versante cardiovascolare segnala che secondo uno studio svedese una nascita pretermine (in particolare in caso di estrema prematurità) risulta associata a un aumento significativo del rischio di insufficienza cardiaca e cardiopatia ischemica in età giovane adulta. E le patologie cardiovascolari, prosegue la SIN, sarebbero lo specchio di quadri più complessi, come la sindrome metabolica, che rappresenta un’altra condizione più frequente in questa popolazione.

“Nonostante le numerose sfide, molti dei nati estremamente pretermine riescono a condurre una vita più o meno normale. Tuttavia, è chiaro che la qualità della vita può essere compromessa rispetto ai coetanei nati a termine, per la necessità di un maggiore supporto medico, educativo e sociale”, dice Luigi Orfeo, Presidente della SIN. “Gli adulti nati estremamente pretermine, infatti, affrontano una serie di problemi che possono influenzare la loro vita durante l’adolescenza e l’età adulta e sebbene molti di questi riescano a superare le difficoltà e a condurre una vita soddisfacente, è fondamentale riconoscere e affrontare tempestivamente le sfide che possono emergere”.

Viene ricordato come interventi precoci, adeguato supporto medico e psicosociale ed educazione personalizzata possano migliorare significativamente la qualità di vita, aiutando queste persone a raggiungere il loro pieno potenziale: “È essenziale, quindi, che i neonatologi e i pediatri si adoperino per aumentare la consapevolezza riguardo le conseguenze a lungo termine della nascita molto pretermine nel mondo medico dell’adulto, per migliorare l’assistenza, strutturando programmi di medicina di transizione e di follow up a lungo termine”, conclude il Presidente della SIN.