Due giorni di confronto al Ministero della salute sulla situazione con una delegazione dell’Organizzazione mondiale della sanità (del Piano globale di eliminazione del morbillo e della rosolia) e componenti della Commissione regionale europea di Verifica dell’eliminazione del morbillo e della rosolia. L’Italia è impegnata dal 2003 nel programma di eliminazione, e l’incontro era mirato alla valutazione della situazione e al supporto nel superamento di problemi. Erano presenti, tra gli altri, sul versante italiano, anche le società scientifiche SItI (Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica), SIP (Società italiana di pediatria), FIMP (Federazione italiana medici pediatri) e FIMMG (Federazione italiana medici di medicina generale), che hanno contribuito al calendario vaccinale che è in fase di studio da parte del Ministero e delle Regioni. A fine febbraio l’OMS-Regione europea aveva riportato l’attenzione sulla situazione rispetto al controllo del morbillo: oltre 22.000 casi nel 2014 e inizio 2015 in sette Paesi (Kyrgyzstan, Bosnia ed Erzegovina, Federazione Russa, Georgia, Italia, Germania, Kazakistan), con l’Italia al quinto posto. Nel 2014 anno i casi di morbillo segnalati in Italia sono stati 1.674, e sono aumentati quelli che hanno reso necessario il ricovero (il 29,4 per cento), per la frequenza della malattia nei piccoli non ancora vaccinati o con ciclo vaccinale non completato, e nei giovani adulti. L’obiettivo di una copertura pari al 95 per cento, necessario per il controllo ed eliminazione, è lontano, con una percentuale di circa l’88 per cento l’ultimo anno. L’incontro tra i rappresentanti di diversi gruppi voleva far emergere le diverse criticità, chiarire ruoli e responsabilità e trovare un percorso condiviso per l’eliminazione delle due malattie, morbillo e rosolia.