La SINPIA riporta i dati sulla salute mentale di bambini e adolescenti, sottolineando come l’esordio possa essere già prima dei 14 anni e l’importanza di interventi precoci

Un bambino o adolescente su cinque con un disturbo neuropsichiatrico, circa 2 milioni di bambini con disturbi del neurosviluppo: sindromi dello spettro autistico, disturbi da deficit di attenzione con iperattività, malattie neurologiche (come le paralisi cerebrali infantili), disabilità intellettive, malattie rare a interessamento neurologico, disturbi psichiatrici dell’infanzia e dell’adolescenza (compresi disturbi del comportamento alimentare).

Questo il quadro italiano riportato dalla Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA), che sottolinea l’importanza di un intervento precoce già in età evolutiva e di una continuità di cura dall’età del neurosviluppo a quella adulta, con al centro la persona, la sua famiglia e i suoi bisogni. E riporta anche, allargando lo sguardo al mondo, come, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, tra il 10 e il 20% di bambini e ragazzi da 0 a 18 anni soffra di disturbi mentali, l’esordio di tre patologie psichiatriche su quattro si verifichi prima dei 25 anni e la metà presenti sintomi prima dei 14 anni.

“Il cervello umano va incontro ad enormi cambiamenti dal periodo del concepimento fino all’inizio dell’età adulta. Eventi negativi durante lo sviluppo precoce, in periodi critici per le funzioni e la struttura del cervello, possono avere effetti permanenti sul medio e lungo periodo e predisporre a sviluppare malattie mentali in età adulta”, ha spiegato Elisa Fazzi, Presidente SINPIA, Direttore della U.O. Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza ASST Spedali Civili e Università di Brescia. “I Disturbi del neurosviluppo causano una compromissione del funzionamento personale, sociale, scolastico o lavorativo, interessano più aree dello sviluppo con una frequente comorbilità tra loro. Dobbiamo sfatare il mito che la prevenzione inizi a 14 anni, perché in realtà deve avvenire molto prima, certamente sappiamo che alcune patologie psichiatriche danno segno di sé in modo specifico in età adolescenziale, ma spesso sono l’esito di disturbi iniziati molto tempo prima o insorti nei primi anni di vita, le cui manifestazioni si modificano a seconda della plasticità del sistema nervoso e dell’evoluzione dell’individuo”.

Sul tema della precocità di intervento si è unita Antonella Costantino, past president SINPIA e Direttore UONPIA Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano: “La maggior parte dei disturbi del neurosviluppo persiste durante l’adolescenza e l’età adulta e può portare a difficoltà sociali e comportamentali e ad una ridotta indipendenza nell’arco di vita. Quindi una diagnosi precoce è fondamentale per poter attivare strategie di intervento tempestive e mirate. Solo così possiamo agire sulle traiettorie di sviluppo, riducendo l’impatto sui bambini affetti e sulle loro famiglie”.

Continuità di cura e modello assistenziale

Intervento tempestivo ma anche garanzia di una continuità di cura nella fase difficile di passaggio all’età adulta: “La terminologia anglosassone sintetizza questo momento con il termine transition mentre è preferibile parlare di continuità di cura così da trasmettere l’idea che con il passaggio all’età adulta non mutano i bisogni dei ragazzi, che devono trovare risposte adeguate adattando un sistema di presa in carico pensato per una persona adulta e collaborante”, ha spiegato Renato Borgatti, Direttore della Struttura Complessa Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Fondazione Mondino IRCCS e dell’Università di Pavia, membro SINPIA. “L’intento comune è quello di proporre un modello di transizione della cura programmato e coordinato, incentrato sul soggetto e la sua famiglia, anche in relazione al grado di complessità multidisciplinare richiesto dalla patologia”.

“Il modello di intervento della neuropsichiatria italiana è unico al mondo e consente di affrontare le malattie croniche e multiproblematiche dello sviluppo neuropsichico del bambino e dell’adolescente con un modello assistenziale fortemente integrato tra ospedale e territorio, nell’ambito di una rete specialistica multidisciplinare dedicata, in grado di garantire risposte specifiche per età e tipologia del disturbo, con il coinvolgimento attivo delle famiglie, e con una forte attenzione ai contesti sociali di vita, coessenziali nelle attività di prevenzione primaria, nell’ambito di percorsi di cura complessi e in continua trasformazione”, ha concluso Massimo Molteni, neuropsichiatra infantile e Responsabile dell’Area di Ricerca in Psicopatologia dello Sviluppo, IRCCS Eugenio Medea, Associazione La Nostra Famiglia e membro SINPIA.