Presentata un’indagine internazionale condotta da Ipsos per EssilorLuxottica: la miopia è spesso sottovalutata dai genitori italiani

Un genitore su tre non conosce la definizione di miopia. Il dato emerge da un’indagine internazionale condotta da Ipsos per EssilorLuxottica, presentata in anteprima alla conferenza stampa “I genitori e la salute visiva dei loro bambini, cosa pensano le famiglie italiane sulla gestione della miopia” (svoltasi il 4 dicembre), durante la quale è stato discusso il tema della miopia quale condizione in crescita.

“La miopia è infatti un tema estremamente attuale e sempre più urgente”, ha spiegato Maurizio Ferrante, Medical Affairs Manager EssilorLuxottica Wholesale Italia. “Rispetto al passato, stiamo osservando una miopia diversa, che non può essere giustificata esclusivamente da fattori genetici, ma è fortemente influenzata dai modelli di vita odierni. Tra 25 anni, un bambino su due – o forse anche di più – sarà miope, a meno che non si intervenga tempestivamente. Oggi i bambini diventano miopi sempre prima. Tra le cause principali c’è l’utilizzo smodato dei dispositivi digitali, che richiede un’attenzione urgente e mirata per prevenire un problema di portata globale”.

L’indagine presentata è stata commissionata da EssilorLuxottica per indagare il rapporto tra le famiglie e la salute visiva, con un focus particolare sulla gestione della miopia, e ha mostrato che un genitore su tre non ha chiara in mente la definizione di miopia. Inoltre, viene riportato che in Italia la prima visita oculistica viene effettuata spesso solo all’ingresso nel sistema scolastico obbligatorio, a circa 6 anni (5,8 la media), anche in caso di miopia, che quindi si riscontra solo quando inizia a interferire con l’apprendimento.

Solo il 20% dei genitori italiani ritiene di avere informazioni sufficienti sui sintomi correlati a un problema visivo dei propri bambini e solo il 39% sa che l’insorgenza precoce della miopia equivale a una sua progressione rapida. “La miopia infantile è una vera e propria emergenza”, ha commentato Chiara Ferrari, Lead Public Affairs, IPSOS. “Molti genitori si trovano in difficoltà: ben 7 su 10 dichiarano di non sapere cosa fare di fronte a problematiche legate alla salute visiva dei propri figli, mentre altrettanti affermano di non avere tempo a disposizione per occuparsene adeguatamente. Questo genera spesso un senso di colpa tra le famiglie, nonostante il 49% ritenga di essere in grado di valutare correttamente la salute degli occhi dei propri figli. C’è ancora molto da fare per sensibilizzare e supportare i genitori in questa importante sfida”.

I diversi attori in campo

Nonostante siano attualmente disponibili diverse soluzioni per correggere e controllare con efficacia la progressione della miopia, IPSOS evidenzia che il 60% dei genitori non sa che esistono e un ulteriore 25% non comprende la differenza tra le lenti per il controllo della progressione miopica e le lenti standard. Viene riportato che per i medici il percorso ideale per una gestione efficace della miopia parte da screening precoci dal pediatra, che informa e indirizza la famiglia verso una prima visita oculistica a tre anni: l’oculista verifica fattori di rischio, eventuali segni di pre-miopia e prescrive strategie su misura per controllarne la progressione, mentre l’ottico-optometrista gioca un ruolo cruciale nel dispensare la lente e monitorare la sua efficacia, in alleanza con il medico oculista e supportando le famiglie con informazioni pratiche.

“L’Italia è l’unico Paese al mondo dove dalla nascita il bambino è affidato a un pediatra, ma l’oculista ha una professionalità complementare e cruciale”, ha dichiarato Paolo Nucci, Professore Ordinario di Oftalmologia all’Università di Milano, per il quale è fondamentale educare i genitori. E sull’importanza di agire presto hanno ribadito Carla Tomasini e Pilar Nannini, pediatre: “Il riflesso rosso alla nascita, test specifici come l’auto refrattometro o il Test di Lang già nei primi mesi di vita sono strumenti essenziali. Se ci sono fattori di rischio familiari, è necessario un primo controllo oculistico già a 12 mesi”. Ha aggiunto Carla Tomasini: “I bambini vanno visitati entro i 3 anni e indirizzati verso abitudini di vita sane: più tempo all’aria aperta, meno esposizione agli schermi. Il 70% dei bambini usa dispositivi digitali già a 2 anni, e questo è un dato che preoccupa”.

L’invito all’azione

Viene sottolineata la necessità di incentivare controlli periodici attraverso campagne di sensibilizzazione mirate, nell’ambito della prevenzione: “Pediatri, oculisti e ottici devono lavorare in sinergia. Noi oculisti stiamo spingendo molto sull’educazione alle famiglie”, ha detto ancora Paolo Nucci.

EssilorLuxottica rinnova il proprio impegno, offrendo strumenti formativi a ottici-optometristi e dialogando con i pediatri e gli oculisti per promuovere un cambio di paradigma: dalla semplice correzione alla gestione della progressione miopica, attraverso controlli mirati da effettuare ogni sei mesi. Solo un’alleanza concreta tra famiglie, professionisti e aziende potrà garantire ai più piccoli una qualità della vita migliore e una visione più chiara sul futuro”, ha concluso Antonio Gadaleta, Senior Business Brand Manager EssilorLuxottica. “Coinvolgendo non solo i professionisti ma anche i genitori attraverso campagne media, formazione continua e progetti didattici in 6.000 scuole con cui abbiamo raggiunto oltre 13.000 classi, stiamo creando una vera cultura della prevenzione visiva”.