L’esposizione inadeguata agli antibiotici può avere effetti negativi a lungo termine sulla salute umana
Guarner F et al. Front Med (Lausanne). 2024; 11: 1477882.
Gli antibiotici sono farmaci sicuri ed efficaci che continuano a salvare milioni di vite in tutto il mondo. Tuttavia, diverse prove epidemiologiche, interventistiche e sperimentali suggeriscono che l’esposizione inadeguata agli antibiotici può avere effetti negativi a lungo termine sulla salute umana.
Questa revisione della letteratura ha preso in esame gli eventuali rapporti tra esposizione agli antibiotici, disbiosi intestinale e malattie croniche. Studi di biologia molecolare indicano che la somministrazione sistemica di antibiotici ai neonati induce un rapido ma spesso anche duraturo impatto sulla composizione microbica dell’intestino.
Sono state poi segnalate associazioni tra l’esposizione precoce agli antibiotici e le malattie croniche, tra cui malattia infiammatoria intestinale, celiachia, alcuni tumori, malattie metaboliche (obesità e diabete di tipo 2), allergie, disturbi autoimmuni, aterosclerosi, artrite e malattie neurologiche o neurodegenerative.
Insieme ad altri fattori ambientali (es. una dieta “occidentale” malsana e un comportamento sedentario), gli antibiotici sembrano quindi indurre una disbiosi intestinale, che può essere definita come l’interruzione di un microbiota precedentemente stabile e funzionalmente completo.
In termini meccanicistici, la disbiosi intestinale influenza le malattie croniche attraverso effetti diretti sui percorsi immunitari e infiammatori della mucosa, oltre a un’ampia gamma di effetti diretti o indiretti degli acidi grassi a catena corta, del sistema nervoso enterico, della motilità peristaltica, della produzione di ormoni e neurotrasmettitori e della perdita dell’integrità della barriera intestinale (in particolare con la fuoriuscita dell’endotossina pro-infiammatoria lipopolisaccaride nella circolazione).
Per mitigare la disbiosi, la somministrazione di probiotici nei pazienti con malattie croniche è spesso (ma non sempre) associata a effetti positivi su marcatori clinici (es. punteggi di malattia) e su biomarcatori di infiammazione e attivazione immunitaria.
La disbiosi intestinale potrebbe quindi rappresentare il nesso causale tra l’esposizione precoce agli antibiotici e gli effetti negativi a lungo termine sulla salute di questi farmaci. Gli autori ricordano che alcuni probiotici potrebbero prevenire le conseguenze negative dell’esposizione agli antibiotici, sebbene siano necessari ulteriori studi e una maggiore omogeneità nella definizione di disbiosi per raggiungere più solide conclusioni.