Tutti i pediatri dovrebbero tenere costantemente aggiornata la loro formazione nell’ambito delle patologie infettive, in quanto la diagnosi precoce è fondamentale per la corretta gestione del paziente e per le procedure da seguire.
L’encefalite virale è una patologia non frequente in età pediatrica (4-10 casi/100.000/anno; Vora, NM et al., Neurology 2014) e rimane una delle cause principali di alterazioni neurologiche acute con possibile persistenza di disabilità permanenti nei bambini; è inoltre responsabile di un elevato tasso di mortalità.
Negli ultimi anni sono stati ricoverati 16 bambini con diagnosi di encefalite virale nella Pediatria di Pisa, confermando che si tratta di una patologia relativamente rara. In oltre il 25% dei piccoli pazienti è stato possibile identificare alcuni virus emergenti, mentre i “classici” virus neurotropi sono stati identificati solo nel 18%. In particolare, un’encefalite da Virus West Nile (WNV) è stata diagnostica in 3 bambini. Si tratta di un virus della famiglia dei Flaviviridae, isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda nel distretto West Nile (da cui prende il nome).
L’ultimo bollettino periodico di Sorveglianza (ottobre 2024) riporta che dal maggio di quest’anno (inizio sorveglianza 2024) sono stati segnalati in Italia 434 casi confermati di infezione da WNV nell’uomo, di cui solo un soggetto di età inferiore a 14 anni. La forma neuro-invasiva ha riguardato ben oltre la metà dei pazienti. La maggioranza dei casi si è verificata nelle aree Centro-Nord.
Spostando lo sguardo a una patologia che ha avuto una certa rilevanza anche sui media in questa ultima estate, il Ministero della Salute riporta un totale di 1056 casi relativi all’infezione da Mpox (vaiolo delle scimmie) a partire dal 20 maggio 2022, data in cui è stato confermato il primo paziente in Italia. Solo 262 casi sono stati collegati a viaggi all’estero; vi è una netta prevalenza del sesso maschile (M = 1.040/F = 262). Per adesso, un ragazzo di 14 anni rappresenta il più giovane paziente italiano.
Questi pochi esempi indicano che nuovi attori – oltre alla pandemia da COVID-19 – stanno emergendo nell’ambito delle patologie trasmissibili, su cui sono disponibili molte meno informazioni scientificamente validate. Seppure i minori sembrino essere – al momento – meno colpiti da queste “nuove” malattie infettive, tutti i pediatri dovrebbero tenere costantemente aggiornata la loro formazione in questo ambito, in quanto la diagnosi precoce è fondamentale per la corretta gestione del paziente e per le procedure da seguire, così come per la scelta e la durata del trattamento, anche se le possibilità terapeutiche e di prevenzione attiva sono ancora limitate e insufficienti.
Questi pochi esempi indicano, inoltre, come questa “nuova” patologia infettiva sia ascrivibile – almeno in parte – a cambiamenti ambientali e a una maggiore mobilità di persone e merci. A questo proposito meritano di essere ricordati alcuni focolai epidemici in Emilia Romagna da virus Chikungunya nell’estate 2007; il virus era stato trasmesso da zanzare tigre trasportate attraverso scambi commerciali intercontinentali in residui di acqua contenuti all’interno di pneumatici d’auto usati, così come nei vasi di “lucky bamboo” e favorito dal riscaldamento del clima (https://www.provincia.modena.it/wp-content/uploads/2019/05).
La recente nascita di AMBO (Alleanza per un ambiente a misura di bambino) di cui sono coordinatori due membri del Comitato scientifico de Il Pediatra (Sergio Bernasconi e Gianni Bona) ribadisce la necessità di dedicare una particolare attenzione all’effetto che ha l’ambiente e le sue modificazioni sulla salute psico-fisica dei bambini e degli adolescenti.
Gli abstract di questo numero (pag.6) vogliono essere un ulteriore spunto di riflessione su vari aspetti di questo ampio tema, anche per ribadire che l’impegno di tutti i pediatri deve essere quello di favorire un ambiente sano per la crescita dei minori, anche mediante un’opera di sensibilizzazione delle Autorità e di educazione delle famiglie.