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Pubblicati i risultati di due indagini del Consiglio nazionale delle ricerche sulla diffusione degli episodi e situazioni, in particolare fra i giovani
Le dimensioni e le dinamiche del cyberbullismo fra i giovani, studiate con due indagini del Consiglio nazionale delle ricerche, mostrano un fenomeno in crescita che coinvolge attori, vittime ma anche vittime-attori, cioè adolescenti che sia subiscono sia attaccano.
I numeri del fenomeno
Lo studio ESPAD®Italia 2024, i cui risultati sono stati presentati in anteprima dal Laboratorio di Epidemiologia dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Cnr-Ifc), ha mostrato un continuo aumento del cyberbullismo tra i giovani in Italia. Nel 2024 un milione gli studenti tra i 15 e i 19 anni (47%) è stato vittima di cyberbullismo. Il fenomeno appare in crescita, senza distinzioni di genere, anche se viene riportato che rispetto al triennio 2021-2023, in cui erano principalmente le ragazze a subire di più, oggi lo sono i ragazzi.
Oltre 800.000 studenti (32%) hanno agito cyberbullismo (35% ragazzi, percentuale un po’ superiore rispetto al 29% delle ragazze) e la modalità più diffusa è l’invio di insulti in una chat di gruppo, con modalità differenti: i ragazzi con minacce dirette e insulti pubblici sui social, le ragazze in modo più indiretto, come l’esclusione dai gruppi online e la diffusione non autorizzata di contenuti personali.
Guardando al duplice ruolo di attore e vittima, è stato visto che viene ricoperto da un quarto degli studenti (23% pari a quasi 600.000 ragazzi), con un continuo aumento di tali numeri in entrambi i generi, anche se interessa in modo maggiore i ragazzi (26%) rispetto alle ragazze (21%). Viene segnalato come questa duplice condizione sia associata a ripercussioni più gravi, fra cui difficoltà nelle relazioni e altri comportamenti a rischio.
Inoltre, viene ricordato come il cyberbullismo, si intrecci con altri comportamenti problematici, come l’uso eccessivo di Internet, fenomeni come il ghosting e il phubbing, e una propensione al gioco d’azzardo. Inoltre, e che chi è coinvolto, vittima o autore mostra anche un uso più frequente di sostanze psicoattive illegali. Viene riportato anche che il cyberbullismo può portare a forme estreme di isolamento sociale, come il fenomeno degli hikikomori. Infine, sta emergendo il legame tra cyberbullismo e violenza fisica tra i giovani.
“Il cyberbullismo non è un fenomeno isolato, ma una problematica che coinvolge ampie dimensioni della vita sociale e psicologica dei giovani. Il nostro impegno è aumentare la consapevolezza pubblica e favorire, attraverso una comunicazione basata sull’evidenza scientifica, lo sviluppo di soluzioni concrete che promuovano ambienti online sicuri e inclusivi, portando avanti una cultura di rispetto e solidarietà tra le nuove generazioni L’obiettivo è favorire una cultura di rispetto e solidarietà tra le nuove generazioni”, ha detto Sabrina Molinaro, dirigente di ricerca del CNR-IFC e responsabile dello studio ESPAD®Italia.
Le dinamiche del cyberbullismo
La seconda ricerca, pubblicata sulla rivista Societies, è stata condotta dal gruppo multidisciplinare di ricerca Mutamenti sociali, valutazione e metodi (MUSA) dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irpps) e ha indagato la diffusione e le dinamiche del cyberbullismo tra gli adolescenti italiani. Lo studio è stato condotto un approccio interdisciplinare di tipo socio-psicologico su un campione di 4.288 adolescenti. Viene definito preoccupante il quadro che emerge sulla diffusione e sulle dinamiche.
“I risultati evidenziano innanzitutto come il fenomeno sia capillarmente diffuso sul territorio nazionale: circa il 40% di questi giovani risultano coinvolti in episodi di cyberbullismo in qualità di attori, mentre una minoranza, pari al 5%, ha subito atti di violenza online come insulti, minacce o la diffusione non autorizzata di foto o video personali. A queste due categorie si aggiunge quella delle vittime-attori, che riguarda gli adolescenti che subiscono e attaccano allo stesso tempo”, ha raccontato Antonio Tintori, ricercatore dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche e referente del gruppo di ricerca Mutamenti Sociali, Valutazione e Metodi (MUSA).
“Diversamente dal bullismo tradizionale, infatti, l’anonimato e la mediazione offerta dallo schermo offre un’opportunità di rivalsa alle vittime, allargando la platea di chi è coinvolto nel fenomeno. Le vittime-attori: circa il 15% degli adolescenti italiani, si configura come la categoria più vulnerabile dal punto di vista relazionale e psicologico”.
I fattori di rischio associati al fenomeno riportati dai ricercatori sono: eccessiva esposizione ai social media (iperconnessione), scarsa fiducia nei confronti degli adulti di riferimento (in particolare genitori e insegnanti), scarso senso di appartenenza alla comunità scolastica, forte tolleranza della violenza e razzismo. Infine, rispetto alle differenze di genere, viene indicato che ne rimangono solo alcune: gli attori sono più maschi, mentre le vittime e le vittime-attori sono maggiormente femmine e giovani con background migratorio.
“Il coinvolgimento nel cyberbullismo, indipendentemente dal ruolo assunto, compromette fortemente il benessere relazionale e psicologico degli adolescenti, con notevole deterioramento del proprio stato psicologico, che contempla frequenti ideazioni suicidarie e forte sfiducia verso i coetanei. La situazione diventa più allarmante proprio analizzando le vittime-attori: questi giovani vivono un profondo disagio interiore, segnato da un’intensa insoddisfazione personale, bassa autostima, incapacità di rafforzare con la fiducia le relazioni sia con pari che con adulti, persistente senso di isolamento anche all’interno della comunità scolastica”, ha concluso Antonio Tintori.