In un convegno a Milano sono state approfondite le potenzialità dell’utilizzo di questa tecnologia e le responsabilità del medico
di Beatrice Arieti
Poter analizzare milioni, se non miliardi di dati, in tempo breve individuando correlazioni, connessioni, differenze, similitudini e tanto altro ancora, per poi utilizzare quanto acquisito per analizzare un caso singolo: questo è il potere insito nel connubio tra intelligenza artificiale e big data. Un connubio che promette di migliorare tanti ambiti della vita, compresa la salute.
In medicina, l’intelligenza artificiale (IA) può essere utilizzata per migliorare le diagnosi e facilitare l’iter decisionale in un percorso terapeutico, fornendo un supporto al clinico nel proprio lavoro quotidiano. Di IA, in particolare applicata alla neonatologia, si è parlato durante il convegno ‘Needs & skills in Neonatologia. Soddisfare le esigenze adeguando le competenze‘, tenutosi a Milano la prima settimana di aprile 2024.
Intelligenza artificiale e responsabilità del medico
Tra i temi discussi ci sono state, certo, le possibili innovazioni in neonatologia e i vantaggi per medici e pazienti, ma anche la responsabilità del medico in caso di errore effettuato a causa di un suggerimento dell’IA.
L’avvocato Marcello Bergonzi Perrone spiega che “occorre valutare tutta una serie di condizioni: il medico era tenuto al controllo del macchinario? Poteva esercitarlo? Si è comportato nel rispetto delle migliori pratiche e delle raccomandazioni espresse dalla comunità scientifica? Il produttore ha compiuto degli errori? L’infermiere? Sono diversi gli aspetti da vagliare per risalire alla fonte del danno arrecato. Attualmente, mancano ancora direttive ad hoc in materia e l’unica normativa di riferimento è l’AI Act, che fornisce indicazioni di carattere generale sull’obbligo di sorveglianza da effettuare sui sistemi di Intelligenza Artificiale. Valgono poi il diritto italiano e quindi il Codice civile e quello penale a seconda dell’ambito di pertinenza. In conclusione, i medici che utilizzano correttamente questi strumenti non devono temere, anche se il moltiplicarsi delle situazioni che possono dar luogo a cause risarcitorie può costituire una fonte, se non di preoccupazione, di particolare cautela e attenzione”.
Al momento, quindi, si può stare tranquilli, purché ci si formi prima di utilizzare i nuovi strumenti e si abbia ben chiaro in mente che non è l’IA a decidere, ma che l’ultima parola spetta sempre al medico.
Possibili applicazioni in neonatologia
Tra le possibili applicazioni dell’IA in neonatologia c’è certamente la lettura delle ecografie polmonari con artefatti.
Sono infatti “allo studio ecografi di nuova generazione, sviluppati appositamente per l’ecografia polmonare artefattuale che, grazie all’IA, saranno in grado di fornire una prima valutazione diagnostica, confrontando le immagini raccolte con migliaia di altre già associate a un referto. L’ultima parola nella conclusione diagnostica dovrà, però, sempre spettare al medico, integrando i dati strumentali alla valutazione clinica globale del paziente” spiega Giuseppe Limoli, Responsabile Patologia Neonatale, Nido e Cardiologia Pediatrica presso l’Ospedale Maggiore di Lodi.
Fino a non molto tempo fa lo stato dei polmoni dei neonati in TIN veniva valutato con la radiografia, tecnica più dannosa dell’ecografia a causa delle radiazioni ionizzanti. Una volta capito come consentire alle onde ecografiche di superare l’aria presente nei polmoni e fornire immagini diagnostiche, ci si è convertiti all’ecografia, ma le immagini arrivano con artefatti e devono quindi essere interpretate. I nuovi ecografi potranno supportare il clinico in questo passaggio.
Oltre a strumentazioni di questo tipo, l’IA promette anche lo sviluppo di tool diagnostici e decisionali, per esempio “la possibilità di prevedere esiti come la sepsi, di ottimizzare la ventilazione artificiale, di vedere in anticipo patologie che si svilupperanno in futuro. Ma tutti questi vantaggi non devono farci perdere di vista il nostro ruolo di responsabili del processo di cura”, spiega Claudio Migliori, chairman del convegno e direttore U.O. di Neonatologia presso l’Ospedale San Giuseppe di Milano – MultiMedica, noto per la propria propensione all’introduzione di avanzamenti tecnologici in medicina.
Sempre Claudio Migliori aggiunge che l’IA permetterà di “essere più precisi nelle diagnosi e nelle prognosi, fornire trattamenti più personalizzati e prevenire eventuali complicazioni, garantendo al contempo la massima sicurezza dei pazienti”. Occorre, però, capire come utilizzare al meglio questi strumenti per governarli e non esserne governati.