Dalla diagnosi alla sedicesima settimana di questa neoplasia alla sua asportazione nella neonata, in condizioni di grave prematurità
La diagnosi di teratoma sacrococcigeo è stata fatta con un’ecografia alla 16esima settimana di gravidanza, un primo trattamento nel grembo della mamma alla 26esima settimana e infine l’asportazione del tumore a pochi giorni dalla nascita, nascita avvenuta con un cesareo urgente alla 28esima settimana.
I genitori, avuta la diagnosi ecografica di teratoma sacrococcigeo, sono stati indirizzati alla Clinica Mangiagalli del Policlinico di Milano. Il team della Chirurgia Fetale del Policlinico di Milano è intervenuto alla 26esima settimana con un primo trattamento nella pancia della mamma utilizzando una tecnologia laser per ‘spegnere’ alcuni vasi sanguigni che alimentavano il tumore, in modo che la piccola potesse crescere ancora nella pancia della mamma. È stato però poi necessario, data comunque la crescita anche del tumore, un parto cesareo urgente alla 28esima settimana: la neonata pesava 1,6 kg e quasi 600 grammi di questo peso erano del tumore.
“Ci siamo trovati di fronte a una situazione unica per la sua complessità. Abbiamo giocato tutte le carte di cui la medicina dispone e che in questo Ospedale coesistono”, ha raccontato Ernesto Leva, chirurgo pediatrico e Direttore del Dipartimento Area Materno-Infantile dell’Ospedale. “Anna (nome di fantasia, ndr) e la sua famiglia ci hanno insegnato molto dal punto di vista umano: le risposte della piccola all’evolversi della patologia e la fiducia della famiglia nella vita e nelle nostre possibilità ci hanno permesso di muoverci attivando tutte le nostre più qualificate risorse. Il preciso trattamento fetale ha agevolato la Chirurgia Neonatale, la cui azione è stata possibile soltanto grazie alla straordinaria collaborazione delle tante specialità coinvolte per permettere di operare la piccola”.
La Terapia Intensiva Neonatale ha gestito le necessità della neonata pretermine e garantito le condizioni cliniche indispensabili perché potesse affrontare un intervento chirurgico. L’imaging della Radiologia Pediatrica è stato necessario per capire se la massa intaccasse la cavità addominale e la Cardiologia Pediatrica per sapere se la piccola potesse affrontare l’intervento, con il supporto degli anestesisti pediatrici e la collaborazione con infermieri e personale sanitario.
L’intervento di asportazione del teratoma è durato 2 ore, senza danno agli organi urogenitali. “Su un corpicino così piccolo l’azione chirurgica è finalizzata a rimuovere la massa ma, soprattutto, a preservare le funzionalità degli organi circostanti. Con questa famiglia è come se avessimo stretto un lungo fidanzamento: continueremo a vedere Anna per molto tempo, la pubertà sarà un periodo sensibile ma noi saremo con lei e i suoi genitori”, ha detto ancora Ernesto Leva. Si è unita Monica Fumagalli, direttrice della Terapia Intensiva Neonatale del Policlinico di Milano: “Anna cresce bene e, grazie all’assistenza dell’équipe della Terapia Intensiva Neonatale e alle cure dei suoi genitori, ha superato anche le problematiche della prematurità. Il momento del ritorno a casa tanto desiderato da tutta la famiglia è finalmente arrivato”.
“Curare bambini come Anna è possibile solo in grandi centri in grado di seguire le famiglie e i piccoli pazienti dall’età gestazionale fino a 100 anni. Sono le realtà multispecialistiche in grado di mettere in rete le proprie professionalità a dare risposte coraggiose e complesse”, ha concluso Matteo Stocco, direttore generale del Policlinico di Milano.